Concerto Grazie Claudio! - quarta rassegna stampa

21/01/2019

Il Sole 24Ore

"Mio padre orchestratore del bene e del bello"
di Alessandra Abbado

20 gennaio 2019

Ricordare oggi Claudio Abbado, mio padre, scomparso esattamente cinque anni fa, a Bologna, mi porta a due considerazioni: una sul presente delle attività sociali generate dal suo costante desiderio di fare del bene, attraverso la musica; l’altra sulle orchestre create nel tempo, partendo sempre da giovani e meravigliosi strumentisti, in costante evoluzione. Alcuni di loro, come Douglas Boyd, oboe, e Keith Pascoe, primo violino, provenienti dalle primissime formazioni, si ritroveranno questa sera sul palcoscenico del Teatro Manzoni, dove per anni ha suonato la Mozart, in memorabili stagioni, per fare ancora una volta musica insieme.

Oggi le orchestre giovanili sono un fenomeno diffuso. Nel 1976, quando Claudio ne lanciò il primo progetto, sembravano un’utopia: l’idea partì da Londra (altri tempi!) dove il primo ministro Edward Heath, forte sostenitore dell’Europa comunitaria, nonché in privato direttore d’orchestra, supportò la creazione della European Union Youth Orchestra (poi ECYO, oggi EUYO), formata da ragazzi dei 27 stati membri dell’Unione Europea. Avevano dai 14 ai 17 anni, me li ricordo bene, perché nella preparazione della prima tournée ero con loro anch’io, studentessa della Scuola del Piccolo, per il settore organizzativo dello spettacolo. Si respirava grande professionalità, lavoro strenuo durante le prove, e poi scherzi, feste, allegria nelle ore libere. E grandi amori: alcuni duraturi, con i figli che seguivano l’orchestra, come ad esempio i due nati tra Jacques Zoon, flautista di carriera mondiale, e la moglie violoncellista, Iseut Chuat.

A sostenere con grande mecenatismo la formazione c’erano i due coniugi inglesi Lionel e Joy Bryer, lei spentasi a ottantotto anni lo scorso novembre, sempre a fianco dell’orchestra. Velocemente la qualità cresce e si allarga: nel 1981 debutta la Chamber Orchestra of Europe, nel 1986 la Gustav Mahler Jugendorchester (per gli strumentisti dell’Europa dell’est, fuori dall’unione), nel 1996 la Mahler Chamber Orchestra. Nel segno di questa continuità nascerà l’Orchestra di Lucerna, dove entrano anche solisti come Wolfram Christ, Sabine Mayer, Natalia Gutman, in un organico stellare. Sarà questa la più grande soddisfazione artistica degli ultimi anni, protagonista anche di tournée e registrazioni.

Ma c’è una parte meno conosciuta della vita di Claudio, a Bologna, che mi preme raccontare. Riguarda i progetti dedicati al sociale, attraverso la musica: due sono stati fondati da lui, “Tamino”, nel 2006, per portare pionieristicamente la musicoterapia nei reparti pediatrici, e “Papageno”, nel 2011, primo e unico coro a voci miste nel carcere Dozza. Nei 25 DVD di Euroarts, dedicati ad Abbado, appena usciti, uno riguarda loro, intitolato “Shalom”. Secondo un’eredità generante, da questi sono poi stati creati “Leporello” (musicoterapia nel carcere minorile di Bologna) e “Cherubino” (laboratorio per bambini sordi della Fondazione Gualandi). Tutti queste attività, meno appariscenti rispetto a un’orchestra, ma necessarie, ci ricordano il dovere, l’impegno di restituire quella bellezza che Claudio ci ha donato attraverso la sua musica. Tenendola viva.

(testo raccolto da Carla Moreni)  



 

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