Testimonianza della mamma della piccola Maya, bambina nata prematura

17/01/2018

Testimonianza della mamma di Maya, bambina nata prematura e ricoverata nel reparto di Terapia Intensiva Neonatale del Policlinico Sant'Orsola-Malpighi di Bologna in cui sono attivi i laboratori di Tamino, sostenuti da Mozart14 e condotti da Chiara Bartolotta.

"Dovete un po’ immaginare che davanti ad un fetino, perché di questo si trattava, tutto quello che accade all’interno, le emozioni, la parte psicologica, emotiva.. fino lì uno pensa di portare un bambino a casa, di cantare una ninna nanna, di accudirlo nelle mura di casa e quando entri in una terapia intensiva sei esposto, sei completamente nudo anche se incontri delle persone altamente preparate, persone con grandi capacità umane; ma quelle persone, il loro compito, è far sì che il tuo bambino sopravviva, vada avanti. Pertanto non hanno tanto tempo per pensare ai tuoi disagi emozionali. E anche se penso di essere stata una persona preparata, educata ad affrontare le varie difficoltà e vicissitudini della vita davanti al dolore di un bambino, di un fetino così, crolla tutto.. E io cosa facevo? Ricorrevo all’arte, alla storia, prima di tutto ancora alla mia fede, agli odori, cercavo di descrivere.. Ad un certo punto ho cominciato a dire: “Maya questa non è la tua casa”, e descrivevo casa nostra, perché ad un certo punto avevo paura che lei si abituasse a quelle condizioni di sofferenza, di grandi manovre invasive; io volevo che mia figlia sapesse che c’era altro che la aspettava; ho cominciato in quel momento lì a descrivere la nostra casa e tutto il resto.

Un pomeriggio è arrivata in terapia intensiva Chiara, con questi occhi luminosi e sinceri e mi ha parlato delle attività di Tamino; mi ha parlato del Maestro Abbado, io lo amavo già pertanto ho trovato il progetto molto valido. Ero così emozionata che non riuscivo a cantare. Di notte però mi sono venute in mente tutte le parole e la mattina dopo sono andata in ospedale e ho cantato per Maya.

È stato un momento molto importante perché ho cercato di essere sempre una mamma preoccupata ma non apprensiva. Ho messo la mano sopra la fronte di Maya e l’altra sopra al sul cuoricino, perché Chiara mi aveva detto che aiutava moltissimo i bambini. Io però dovevo vedere in maniera con mano se era vero quello che mi aveva detto lei e ho guardato i monitor e ho visto che migliorava sia nei parametri respiratori sia in quelli cardiaci, e la cosa più bella è che durava nel tempo.

Quando si vive in un ospeale, come abbiamo fatto noi per quasi 6 mesi, ci si sente confinata; mi sentivo come un animale braccato. Non potevo uscire da quella realtà, non andavo a casa. Tutti i giorni c’era una brutta notizia, anche più volte al giorno. Pertanto, quando è arrivata Chiara, una persona che non mi ha portato brutte notizie, è stato un sollievo. Non mi ha portato dolore ma allegria, mi ha dato la possibilità di fare qualcosa di concreto per mia figlia, e questo è stato fondamentale.

E l’altra parte fondamentale è che pur continuando ad essere braccata, io potevo muovermi in quello spazio, attraverso la musica, attraverso la presenza di Chiara che veniva due volte a settimana, attraverso la presenza della Dottoressa Corazzari, della psicologa. Penso a loro con enorme ringraziamento e gratitudine; sono esseri illuminati, persone creative, persone intelligenti. Devo ringraziare anche le persone come il professor Faldella, la dottoressa Alessandroni, il Dottor Corvaglia perché sono persone che aprono spazi e fanno sì che Tamino si concretizzi e si realizzi.

Oggi Maya va a scuola; ama molto la musica: se sta disegnando o facendo qualsiasi cosa e io intono una canzone di quelle che mi ha insegnato Chiara lei si ferma e percepisco ancora una certa emozione. Chiara, quando veniva in reparto, mi portava delle canzoni. Una era molto difficile e io spesso dicevo “ma è impossibile che io canti questa, quando la canterò a Maya sverrà”. E invece no, Chiara mi diceva “prova, che ce la fai”. C’era anche questa sfida, questa ventata di normalità che faceva sì che tutte noi stessimo bene."