di Paolo Foschini
Corriere Buone Notizie del 19 marzo 2019, pag.19
Mozart14
Alessandra Abbado: malati, carceri e vite ritrovate con la musica
«La musica è necessaria alla vita: può cambiarla, migliorarla, e in alcuni casi addirittura salvarla». Lo scriveva Claudio Abbado parlando del «sistema» delle orchestre giovanili con cui il suo amico Josè Antonio Abreu aveva strappato miglia di ragazzi e bambini alle strade violente del Venezuela. A raccogliere l’eredità e moltiplicare l’impegno sociale del maestro Abbado è ormai da anni sua figlia Alessandra, a Bologna, con l’associazione Mozart 14: nata per portare la musica (facendola cantare e suonare, non solo ascoltare) in carcere come in ospedale, fra i neonati come fra gli adolescenti e gli adulti di quei «luoghi in cui la bellezza e l’armonia sembrerebbero essere lontane o addirittura sconosciute». Così è partito il progetto Tamino, che dal 2006 ha coinvolto più di tremila piccoli pazienti di reparti pediatrici come quello del Policlinico Sant’Orsola in una infinità di incontri di musicoterapia. E poi nel 2011 il Coro Papageno, formazione polifonica composta da detenuti e detenute del carcere «Dozza» di Bologna che hanno già avuto occasione di esibirsi anche a San Pietro e in Senato. E proprio da questa esperienza è germinata nel 2015 quella di Leporello, altro laboratorio di musicoterapia e in questo caso anche songwriting con i ragazzi dell’Istituto penale minorile. Infine, due anni fa, la ulteriore iniziativa battezzata Cherubino rivolta a bambini e adolescenti con disabilità fisiche e percettive. Tanti ma soprattutto intensi i momenti di coinvolgimento della città, ultimo in ordine di tempo il concerto del 20 gennaio scorso («Grazie Claudio!») in ricordo del Maestro e prossimo quello in programma per il 4 maggio con l’intero Coro Papageno che uscirà dal carcere per esibirsi al Teatro Manzoni col Trio di Uri Caine. «Esistono infiniti contesti in cui la musica ti cambia la vita - sottolinea Alessandra - ed è in questi luoghi che si concentra la nostra attività nella consapevolezza che, come diceva Nietzsche, senza musica la vita sarebbe un errore».